Tecniche per il miglioramento della risposta nell'UV


Esistono essenzialmente due tecniche per migliorare la risposta del CCD nell'UV:

  1. Trattare la superficie sensibile con materiale fosforescente che opera un cosiddetto "shift" di frequenza, cioè trasforma la radiazione ultravioletta in radiazione visibile (4500 - 5200 Å). In tal modo i fotoni trasformati in visibili possono raggiungere la zona utile affinché la carica generata possa essere raccolta dall'elettrodo. Tale tecnica non offre una elevata efficienza quantica ed ha lo svantaggio che a 70 °C la sostanza fosforescente evapora sotto vuoto (queste possono essere le condizioni per esempio nelle applicazioni spaziali).

  2. Assottigliare il CCD e illuminarlo da dietro. In tal modo si elimina l'effetto di assorbimento da parte degli elettrodi. Durante il processo di assottigliamento sulla superficie sensibile si viene a creare un ossido (detto nativo) che forma una trappola per le cariche fotogenerate nella zona vicina alla superficie sensibile (e i fotoni UV vanno a finire proprio in questa zona). Esistono tre tecniche che tentano di compensare tale trappola. Queste tecniche sono:


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